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Autogrill è una multinazionale italiana attiva nel settore dei servizi di ristorazione per i viaggiatori. Da stazione di ristoro per i pochi automobilisti del dopoguerra a protagonista globale della ristorazione in viaggio.
Il primo Autogrill nasce nell’immediato dopoguerra: a inventarlo è un giovane industriale di Novara, figlio di un panetterie. A quei tempi oltre la metà degli italiani vive ancora in aree rurali e di automobili se ne conta forse una ogni cento abitanti. E’ a quei tempi che Mario Pavesi, il creatore dei pavesini, apre un piccolo spaccio di biscotti sulla Milano – Torino, all’altezza del casello di Novara. E’ un locale bar con e tavoli e poltroncine e pergolato all’esterno. Una vetrina per i biscotti prodotti nella vicina fabbrica di famiglia. Ma, nel giro di pochi anni, quell’invenzione si trasforma in business milionario, grazie anche alla crescita economica del Paese.
Il gruppo oggi è presente in 31 Paesi e occupa oltre 60.000 dipendenti, gestendo un portafoglio di oltre 300 brand (parte di proprietà, parte in licenza) in circa 4.000 punti vendita in 1.000 siti. Opera prevalentemente tramite contratti di concessione all’interno di autostrate, aeroporti e stazioni ferroviarie, con preferenza nelle città e nei centri commerciali.
Il gruppo è attivo nel settore della ristorazione, sviluppato prevalentemente in Europa e Nord America. E’ quotata alla Borsa di Milano nel FTSE Italia Mid Cap ed è controllata da Shematrentaquattro Srl, interamente controllata da Edizione Srl, Holding finanziaria della famiglia Benetton che ne detiene il 50,1% del capitale.
Dal 2016 poi, acquisendo la Stellar Partners, società statunitense specializzata nel convenience retail aeroportuale, il gruppo ha anche rafforzato la sua presenza nel canale aeroportuale statunitense, ampliando la sua offerta al settore del convenience retail, mediante l’acquisizione di un operatore specializzato e di grande reputazione.
Negli ultimi anni il gruppo ha inoltre avviato importanti accordi in esclusiva con brand di fama internazionale, che vanno ad aumentare ulteriormente il proprio portfolio che conta già oltre 300 marchi (parte di proprietà, parte in licenza). Gli accordi più recenti riguardano brand come Leon, Pret à Manger, Shake Shack e Panera Bread.
Nel 2019 il gruppo Autogrill è arrivato ad operare in tutto il mondo in 147 aeroporti, 625 aree di servizio autostradali, 162 stazioni ferroviarie e 94 location tra punti vendita in città, centri commerciali, fiere e musei.
Dati fondamentali
La società ha visto crescere tutti i principali aggregati economico finanziari, indicando che è in grado di produrre un volume d’affari in costante crescita e che riesce ad assorbire efficaciemente i costi operativi.
Inoltre la società attraverso la sua controllata HMSHost, ha prolungato per sette anni – dal 2028 al 2035 – la gestione dei servizi di ristorazione presso il McCarran International Airport di Las Vegas. Oltre ad essersi aggiudicata due contratti decennali con gli aeroporti internazionali di Seattle e Phoenix Sky Harbor.
Il gruppo ha chiuso il 2019 con un utile netto di 237 milioni di euro, in netta crescita rispetto ai 68,7 milioni di euro del 2018. I ricavi dell’azienda multinazionale italiana che opera nel settore dei servizi di ristorazione per chi viaggia vengono registrati in crescita del 6,4%, a 5 miliardi di euro.
Procedendo nell’analisi degli altri dati di bilancio, il margine operativo lordo passa da 386 a 960 milioni, mentre il risultato operativo sale da 150 a 336,6 milioni.
Situazione attuale
Il gruppo ha precisato che al 29 marzo ha perso 190 milioni di ricavi, una cifra che porta a cancellare tutte le previsioni per l’anno in corso. Lo scorso 12 marzo, insieme ai dati di un 2019 chiuso con circa 5 miliardi di ricavi e utili in crescita a 205 milioni, il gruppo aveva già sospeso la cedola e messo le mani avanti sul futuro, senza poter quantificare l’impatto del virus che all’epoca era limitato a una trentina di milioni.
Con l’estendersi della pandemia la società ha dovuto rifare i conti e il bilancio, in un mese di emergenza Autogrill ha bruciato circa un quinto del fatturato del trimestre. Tuttavia il gruppo già dallo scorso febbraio avevano messo in atto misure straordinarie per contenere i costi da una parte e tutelare la salute e la sicurezza dei dipendenti e dei clienti dall’altra, dato che una piccola parte dei ristoranti è ancora aperta.
Nei singoli Paesi sono poi state intraprese “iniziative speciali di welfare per i dipendenti e di supporto alle comunità”. Tra cui una “gestione attiva del costo del lavoro”, con la riduzione delle ore lavorate in parallelo con il calo dei volumi di traffico.
Nel Nord America, ad esempio, di fronte a un crollo dei ricavi del 90% è corrisposta la stessa riduzione del costo del lavoro diretto. La controllata Hms Host ha infatti attivato di una sorta di mobilità (furloughing) che assicura ai dipendenti la copertura sanitaria, ma gli dà diritto di chiedere il sussidio di disoccupazione. Ovunque è scattato il blocco delle assunzioni e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali nelle forme previste in ogni singolo Paese.
Sono state sospese tutte le spese non indispensabili, dal marketing all’allestimento dei ristoranti. Infine la società è intervenuta sui vari canoni degli affitti, con la negoziazione con i proprietari delle aree, che “ha già ottenuto primi riscontri positivi”, per una revisione degli importi minimi annui garantiti, per ottenere canoni variabili. Detto questo, l’azienda a fine marzo aveva 600 milioni di liquidità con cui fare fronte a tutte le spese necessarie per affrontare i prossimi mesi di emergenza.
Tendendo conto anche della debolezza del dollaro (Hms rappresenta ormai la metà dei ricavi e il 60% del margine del gruppo), si stima che Autogrill chiuderà il 2020 in perdita e con 1,2 miliardi di ricavi in meno rispetto al precedente esercizio (o 3,79 miliardi di ricavi totali), tuttavia abbiamo fiducia nella capacità del management di affrontare la situazione.
Autogrill è solida e non avrà problemi finanziari, ma resta da capire come evolverà la situazione in estate, quando la società realizza la maggior parte del suo giro d’affari.

